L ‘Agenzia delle Entrate, con la risposta all’Interpello n. 457 dell’8 ottobre 2020 ha chiarito che non dovrà essere pagata l’imposta di bollo sugli estratti conto di carte collegate alla principale, rilasciate ai dipendenti dell’azienda intestataria del contratto con l’Istituto di moneta elettronica.

Cos’è l’imposta di bollo sui conti?

Entrata in vigore da ormai otto anni, l’imposta di bollo sui conti correnti viene applicata ai titolari dei conti. L’imposta si applica sia alle persone fisiche ed ha un costo di 34,20 euro che alle società e alle associazioni con un costo di 100 euro.

Si tratta, infatti, di una tassa patrimoniale obbligatoria che ha un costo fisso e che non dipende, dunque, dalle giacenze presenti sui conti correnti o sui libretti di risparmio.

Non mancano però delle eccezioni: se, ad esempio, il conto corrente ha un limite di giacenza inferiore ai 5mila euro, il titolare non dovrà affrontare alcun tipo di spesa, stesso copione anche per chi risulta titolare di carte prepagate, sebbene con Iban bancario o di conti Paypal.

Risulta esente dal pagamento della tassa anche chi ha un Isee inferiore ai 7.500 euro.

Inoltre un altro caso per cui l’imposta di bollo non è dovuta è quella dei conti correnti base, ossia un prodotto di risparmio che non richiede le stesse spese di un tradizionale conto corrente; istituito nel 2011, questo strumento di pagamento è destinato a chi ha un Isee inferiore ai 7.500 euro.

Sono previste inoltre delle rateizzazioni in base al tipo di conto corrente che si possiede; con una rendicontazione trimestrale, il correntista ha dovuto pagare soltanto 8,55 euro nel caso di persona fisica. I soggetti giuridici, invece, lo scorso 30 giugno hanno visto prelevare dal conto 25 euro, corrispondente ad un quarto della somma totale.

L’esenzione dall’applicazione dell’imposta di bollo sugli estratti conto dei conti correnti si applica anche alle carte rilasciate ai dipendenti, collegate ad una carta principale prepagata e nominativa intestata al cliente-azienda, dotata di codice IBAN.

Per quanto riguarda la carta principale intestata all’impresa, l’importo di 77,47 euro per l’applicazione della tassa da 2 euro dovrà esser considerato in base al saldo contabile, generato dalla somma di addebiti ed accrediti.

La stessa norma in esame fa riferimento agli estratti conto, ovvero, strumenti volti ad accertare il saldo disponibile, per le operazioni di pagamento, nonché lettere ed altri documenti di addebitamento o di accreditamento di somme, lasciando quindi intendere che assumono rilevanza, ai fini della norma in esame, sia gli addebitamenti che gli accreditamenti.

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