Il PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il programma che il governo ha dovuto stilare per per l’accesso ai fondi del Next Generation EU (NGEU). Quest’ultimo a sua volta è il piano elaborato dall’Unione Europea per rilanciare l’economia dei paesi membri a seguito della crisi dovuta alla pandemia di Covid-19.

Nel PNRR sono state descritte dal governo le modalità relative alla gestione dei fondi. Oltre ad investimenti da effettuare in ambito sanitario e nel campo dell’istruzione, sono previsti anche fondi per le imprese, duramente colpite dalla crisi. Vediamo insieme quali sono le principali misure previste.

PNRR: cos’è

Il PNRR è il piano che dà attuazione al Next Generation EU e prevede una serie di riforme e di investimenti da mettere in atto per un periodo di cinque anni (2021-2026).

I fondi destinati all’Italia dal piano europeo consistono in 191,5 miliardi di euro, suddivisi tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi), a cui si aggiungono ulteriori 13 miliardi di euro previsti dal programma Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (React-Eu). Altri 30,62 miliardi sono stati stanziati dal governo per completare i progetti contenuti del PNRR.

Gli investimenti del PNRR per le imprese

Come abbiamo già specificato, una parte consistente dei fondi verrà destinata alle imprese, al fine di favorirne la ripresa dopo la pandemia. Il piano, suddiviso in 6 missioni, prevede importanti interventi per favorire la digitalizzazione e l’innovazione. Nello specifico, nella missione 1 sono previsti contributi pari al 40% dell’ammontare complessivo delle spese ammesse per effettuare investimenti in impianti e macchinari ad alta tecnologia. Inoltre, è previsto anche un programma per favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane basato sul Fondo 394/81, che eroga contributi e prestiti agevolati alle imprese che operano sui mercati esteri.

Ulteriori investimenti sono previsti anche per il settore turistico, tra i più colpiti dalla crisi. In particolare, bisogna rilevare il credito fiscale di 530 milioni finalizzati alla sostenibilità ambientale, i Fondi BEI e il potenziamento del Fondo Nazionale del Turismo (150 milioni), destinato alla riqualificazione di immobili ad alto potenziale turistico

La missione 2, dedicata alla transizione energetica, prevede l’erogazione di 68,6 miliardi per favorire la diffusione dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, allo scopo di promuovere lo sviluppo di supply chain competitive.

La missione 3 prevede investimenti per 31,5 miliardi per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità sostenibile, al fine di creare una rete di trasporto moderna sulle diverse direttrici del paese.

Nell’ambito della missione 4, dedicata all’istruzione e alla ricerca, sono previsti finanziamenti per le start-up per 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro.

Infine, in base alla missione 5, sono previste ulteriori misure per sostenere l’imprenditoria femminile. In particolare, è da rilevare la costituzione del Fondo Impresa Donna e il rafforzamento della NITO. Nella missione 5 sono previsti anche interventi per il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES), ovvero quelle regioni del sud Italia (Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise, Sicilia, Abruzzo e Sardegna) che possono accedere ad una legislazione economica vantaggiosa. Le riforme in campo mirano a rendere più agevole il processo) procedimento amministrativo per l’insediamento di nuove imprese.