Quando il mese finisce, inizia l’attesa per la busta paga.

E si sa che lo stipendio da lordo diventerà netto, diminuendo più o meno vertiginosamente.
Ciò è dovuto al prelievo fiscale. Quest’ultimo infatti è abbastanza cospicuo. E, mentre i lavoratori impegnati da anni sono ormai consci della detrazione, per i nuovi è dura ed è alquanto faticoso abituarcisi.

Per essere consapevoli di ciò che dimezza lo stipendio, è necessario leggere dettagliatamente la busta paga.
Quest’ultima si divide in quattro sezioni principali. Quella in alto contiene i dati anagrafici del datore di lavoro e del lavoratore. Quella numerica contiene le cifre percepite dal dipendente. Quella centrale delle ritenute sottolinea le somme trattenute ai fini fiscali e a quelli previdenziali. E la parte finale si compone di un calendario nel quale sono appuntate le presenze del dipendente, con tanto di ore effettive di lavoro, assenze per permessi o malattie e le ferie maturate.

Per questo motivo, per avere coscienza delle detrazioni applicate al proprio stipendio, è necessario studiare per bene la parte centrale della busta paga.
Lì è semplice trovare, come cifra più alta, il lordo mensile, dato dal numero di ore effettive di lavoro, moltiplicate per la tariffa oraria fissa. A ciò si aggiungono le ore di straordinario, i rimborsi e le diarie per le trasferte effettuate.
E la somma è seguita dalla parte sotto il microscopio, vale a dire quella delle trattenute e degli addizionali.
Le voci di interesse sono infatti, in ordine:

  • I contributi INPS a carico del lavoratore;
  • Le trattenute IRPEF;
  • Gli addizionali IRPEF regionali o comunali;
  • La detrazione dal lavoro dipendente;
  • Gli eventuali assegni familiari;
  • Le possibili detrazioni per carichi familiari;
  • Il Bonus Renzi.

Per quanto riguarda i contributi previdenziali, questi ultimi sono calcolati mediante l’applicazione di un’aliquota, che varia a seconda del settore lavorativo e può andare dal 5,84% al 9,49%, sull’imponibile lordo.

Le ritenute fiscali IRPEF invece si basano su in sistema preciso di tassazione ordinaria, con principio di ritenuta alla fonte. A seconda del reddito imponibile perciò viene applicata un’aliquota. Quest’ultima va dal 23%, per quelli fino a 15.000 euro, al 43%, per i redditi oltre i 75.000 euro. A ciò vanno aggiunti gli addizionali regionali allo 0,9%, e quelli comunali per un massimo dello 0,8%.

Le detrazioni fiscali per lavoro dipendente riducono il carico fiscale se al reddito complessivo partecipano redditi che derivano dal rapporto di lavoro dipendente, associati a quelli percepiti da altri soggetti quali soci, titolari di contratti di lavoro interinale, etc. E dipendono da vari fattori specifici.
E a questi ultimi possono aggiungersi quelli di carichi di famiglia, vale a dire quelli dei familiari fiscalmente a carico.

E il Bonus Renzi rappresenta un credito IRPEF con una cifra attorno agli 80 euro, riconosciuta in busta paga a coloro i quali posseggano un reddito lordo complessivo non superiore a 26.600 euro.

 

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Immagine: pixabay.com