La Legge 104/1992 è una norma che prevede una serie di agevolazioni per le persone con disabilità. Tra queste ci sono i permessi lavorativi, citati nell’articolo 33 della legge.
Cosa sono i permessi lavorativi? E soprattutto, cosa bisogna fare per usufruirne? In seguito cercheremo di vedere nel dettaglio come funziona la normativa e chi possono essere i beneficiari.
Permessi lavorativi legge 104: cosa sono e a chi spettano?
I permessi lavorativi sono previsti dalla legge 104, la quale permette a persone disabili di ottenere assenze lavorative retribuite. Dei benefici della legge possono usufruirne anche i familiari.
Le agevolazioni in materia di lavoro sono:
- I permessi lavorativi;
- Il congedo straordinario;
- I permessi 104 a ore.
I permessi lavorativi previsti dall’articolo 33 della legge 104 spettano:
- Alle persone disabili in situazioni di gravità;
- Ai genitori della persona disabile;
- Al coniuge della persona disabile;
- Ai parenti o affini entro il 2° grado di parentela.
La normativa sui beneficiari è stata oggetto di revisione dalla legge 103/2010, la quale ha allargato la platea dei soggetti a cui spetta il diritto di richiedere i permessi lavorativi anche ai parenti o affini di 3° grado, a condizione però che il genitore o il coniuge della persona con disabilità sia deceduto, affetto da patologie invalidanti oppure abbia compiuto almeno 65 anni.
Permessi lavorativi per familiari
Come abbiamo già accennato, possono usufruire dei benefici della legge anche i familiari della persona con disabilità. In particolare un lavoratore che accudisce un familiare disabile può ottenere tre giorni al mese di permessi retribuiti.
Il datore di lavoro può concordare con il lavoratore la programmazione delle assenze, ma non può in alcun modo rifiutarsi di concedere. Tuttavia, i tre giorni devono essere sfruttati necessariamente nel corso del mese e quindi non possono essere accumulati per i mesi successivi.
Come funziona il permesso lavorativo
Il permesso lavorativo consente quindi di assentarsi per tre giorni da lavoro e ottenere comunque la retribuzione. L’importo è a carico dell’INPS, ma è anticipato dal datore di lavoro che in seguito può recuperare la somma con i conguagli contributivi da effettuare tramite procedura Uniemens.
Possono richiedere il permesso di tre giorni i seguenti soggetti:
- Lavoratori dipendenti e part-time assicurati per le prestazioni economiche di maternità presso INPS;
- I soggetti che chiedono i permessi in situazioni di gravità previste dalla Commissione Medica Integrata;
- Persone in situazioni di grave disabilità per mancanza di ricovero a tempo pieno.
Per usufruire del diritto bisogna presentare una domanda telematica all’INPS attraverso i seguenti canali:
- Patronato;
- Contact Center Multicanale tramite il numero 803164 da telefono fisso e 06164164 per chi invece chiama da telefono cellulare;
- Web, accedendo con il PIN ai servizi telematici dell’Istituto “Invio Online di domande di prestazioni a sostegno del reddito”.
Permessi 104 a ore
Le tre giornate di permesso previste dalla legge 104 possono essere usufruite anche ad ore. In questo caso è consentita la frazionabilità dei tre giorni, ma la legge ha stabilito anche una serie di condizioni e di limiti. Per i lavoratori del pubblico impiego ad esempio le modalità di frazionabilità variano in base al contratto collettivo di categoria.
Il lavoratore può anche ottenere il diritto ad usufruire due ore al giorno di permesso se ha un orario di lavoro che eccede le 6 ore. Nel caso in cui invece l’orario è inferiore alle 6 ore, il lavoratore avrà diritto ad 1 ora di assenza. Queste due tipologie di permessi invece si riferiscono solo al lavoratore disabile.
Il congedo straordinario e il permesso giornaliero di due ore
La legge prevede anche il congedo straordinario, il quale spetta ai fratelli o sorelle del convivente, al coniuge che vive con il lavoratore o comunque a parenti e affini fino al terzo grado che convivono con la persona con disabilità.
La persona beneficiaria ha diritto a ricevere durante il periodo di congedo straordinario un’indennità pari all’ultima retribuzione ricevuta, esclusi gli emolumenti. Inoltre il congedo è pagato con lo stesso procedimento del permesso lavorativo, ovvero la somma viene anticipata dal datore di lavoro che in seguito, tramite l’apposita autorizzazione da parte dell’INPS, potrà recuperarla.